Il Comitato "Terza Armata in Friuli" e i suoi progetti ed attività nascono dall'analisi odierna del territorio della Bassa friulana orientale. Questo territorio è passato per molteplici vicende nel corso degli ultimi cento anni: dapprima la divisione tra due stati, il Regno di Italia e l'Impero Austro-Ungarico, con due visioni diverse tra gli “imperiali” ed i “regnicoli” che pure appartenevano allo stesso popolo.
E' stato scenario di scontri feroci durante la Grande Guerra lasciando la popolazione inerme a subirne le conseguenze. Dopo il fascismo la Seconda Guerra e quella di liberazione. Finalmente nel secondo dopoguerra la ricostruzione ed i miglioramenti durante il cosiddetto “miracolo economico” portarono benessere sul territorio dove oltre alla fiorente attività agricola si incrementò l'aspetto emporiale e dei servizi, in specie a Cervignano. Le vicine SNIA e FINCANTIERI davano lavoro e prosperità.
Negli ultimi anni del secolo scorso numerose sono state le iniziative imprenditoriali che si sono realizzate sul territorio. Zone artigianali ed industriali sono sorte (peraltro senza una decente pianificazione) in ogni comune del territorio. L'insediamento dello scalo intermodale gomma-rotaia di Cervignano ne è l'ultima testimonianza. Infine gli anni delle crisi che irrompono sul territorio intaccandone il tessuto produttivo e la fiducia degli abitanti. La ricerca di riduzioni della spesa pubblica e la nuova politica ha eliminato servizi e infrastrutture che in qualche modo portavano lavoro nella zona (caserme, pretura, tribunale, agenzie statali, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, ecc.) schiacciando il tessuto civile del territorio, tanto da farlo rientrare nelle zone obiettivo europeo per gli incentivi.
Tutto ciò ha spinto a pensare ad una qualche forma di iniziativa volta al recupero della cultura, delle tradizioni, della storia e dell'economia che questo territorio offre oggi, che non è più solo industriale ed artigianale, ma può avere anche una valorizzazione turistica, offrendo ciò che il paesaggio, l'agricoltura, la storia e le attività turistico ricettive possono offrire nella modalità che oggi si definisce “slow”, dove in pratica si sostituisca il turismo di passaggio ed accessorio delle vicine località balneari, ad un turismo immerso nella storia, nella cultura e nel dolce paesaggio della bassa pianura che interessi quella parte di viaggiatori che vogliono conoscere, provare nuovi gusti e sapori, immergersi nella natura in maniera “soft”, attenti al benessere della persona piuttosto che alle mode imposte dal consumismo.
